L’Italia e lo Spazio

50 anni di attività:

le lezioni del passato per affrontare il futuro

Roma, CASD, 25 giugno 2013

Sono veramente tanti i temi, le criticità, le chiare proposte e le richieste al Governo e al Parlamento per risolverli emersi nel corso del convegno “L’Italia e lo spazio: 50 anni di attività. Le lezioni del passato per affrontare il futuro”, organizzato, con il patrocinio di Stato Maggiore Difesa e Stato Maggiore Aeronautica, dal Centro Studi Militari Aeronautici Giulio Douhet (CESMA) in collaborazione con AOS e AIRPRESS, e con il contributo di SMA, SMD, ASAS, OHB, Mes, ASI, Selex ES, Avio, Space Engineering, Telespazio, AIPAS e Thales Alenia Space.

Il presente documento raccoglie gli interventi (audio/video e presentazioni) effettuati e ne sintetizza le linee essenziali.

Per scaricare le presentazioni si vada ai link evidenziati; anche per visionare i filmati e necessario andare agli appositi link: si tenga presente che alcuni server aziendali/governativi non permettono di visionare video. (attenzione: i video saranno inseriti appena processati)

INTRODUZIONE

I lavori sono stati aperti con l’indirizzo di benvenuto del Direttore dello IASD, Gen. C. Ra Isp. Raffaele Tortora (video qui) e del Direttore del CESMA, Gen. Isp. C. (r) Nazzareno Cardinali (video qui) cui ha fatto seguito l’interessante keynote address del Gen. S.A. Paolo Magro, Sottocapo di S.M. dell’A.M. che, in rappresentanza del  Capo di SMA, ha evidenziato come (video qui) «Lo spazio sia ormai un assetto strategico abilitante per l’attività militare ed anche per la vita quotidiana. Per questo è necessaria un’adeguata protezione dell’accesso allo spazio così come è necessario difendere le installazioni a terra». La presenza dell’ “usabilità dello spazio” sia in campo militare sia civile è di tale portata che la difesa di queste «competenze» è essenziale, “anche dal punto di vista della cyber security”. L’Aeronautica Militare è passata da «un primo uso massiccio del satellite per le operazioni durante il Golfo nel 1991, al Kosovo anche come GPS» e infine «in Afghanistan sia per le comunicazioni sia per l’impiego di armamento di precisione».

Ha preso quindi la parola l’Ing. Enrico Saggese, Presidente dell’ASI, il quale (video qui) (presentazione qui) ha evidenziato che  «Siamo un Paese leader in fatto di radar, lanciatori e telecomunicazioni; ma l’eterna storia dell’Italia è che deve essere capace di consolidare i suoi investimenti e il suo prestigio ottenuto faticosamente. Per sfruttare appieno le prossime sfide, Saggese ha invitato il “sistema Italia” a «rafforzare il ‘’meccanismo solidale tra agenzia e industria’’» perché «se è vero che il nostro Paese è tra i primi dieci nel mondo, allo stesso tempo ce ne sono altri che premono dal basso, tutti dell’emisfero Sud».

Nelle conclusioni, Saggese ha affermato come sia ormai impossibile, sul fronte della ricerca, della politica e dell’industria, pensare «allo spazio da una parte e l’aeronautica dall’altra, o a civile e militare, mentre si devono invece unire aeronautica e spazio in un’unica logica, quella dell’aerospazio, altrimenti si rischia addirittura di fare un danno al Paese».

E’ seguito un breve excursus storico dei 50 anni passati, fatto con un appassionato intervento da Giorgio Di Bernardo Nicolai, giornalista di Airpress, che ha evidenziato come il nostro Paese sia stato per lungo tempo all’avanguardia nel mondo per scoperte scientifiche nel settore aerospazio. (video qui) (presentazione qui)

PANEL “SUCCESSI E LEZIONI”

Nel panel che e’ seguito dal titolo “Successi e lezioni apprese”, diretto dal gen. Cardinali, si sono succeduti i rappresentanti di enti governativi ed industrie ripercorrendo il cammino di questi ultimi 50 anni di attività ed evidenziando quanto di buono è stato fatto e le “lessons learned” per un futuro migliore. (video qui)

  • Dal CNR all’ASI, Prof. Luciano Guerriero, Politecnico di Bari (video qui) (presentazione qui)
  • Osservazione dello spazio ed esplorazione dell’universo, Prof. Nazzareno Mandolesi, e-GEOS/ASI (video qui) (presentazione qui)
  • Telecomunicazioni, Ing. Sebastiano Tirrò, Space Engineering (video qui) (presentazione qui)
  • Osservazione della terra, Ing. Roberto Somma, Thales Alenia Space Italia (video qui) (presentazione qui)
  • Navigazione, Ing. Sergio Greco, Thales Alenia Space Italia (video qui) (presentazione qui)
  • Lanciatori, Ing. Francesco De Pasquale, ELV (video qui) (presentazione qui)
  • La Stazione Orbitale Internazionale, Dott. Dino Brondolo, Thales Alenia Space Italia (video qui) (presentazione qui)
  • Evoluzioni e potenzialità delle piccole missioni, Ing. Cristiano Contini, CGS (video qui) (presentazione qui)
  • Osservazione ottica dallo spazio, Ing. Armando Buccheri, Selex-ES (video qui) (presentazione qui)
  • Biomedicina spaziale, Magg. Paola Verde, Centro Sperimentale Volo AM (video qui) (presentazione qui) (film here)
  • Lo spazio e la funzione Sicurezza e Difesa, Col. Giandomenico Taricco e Col. Attilio Vagliani, SMD – Centro Intelligence Interforze (video qui) (presentazione qui)
  • L’Università e lo spazio, Prof. Paolo Teofilatto, Università Roma 1, La Sapienza (video qui) (presentazione qui)
  • Lo spazio e i servizi ai cittadini, Ing. Giuseppe Viriglio, Telespazio (video qui) (presentazione qui) 

Tra questi giova ricordare Il prof. Luciano Guerriero, primo presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, il quale ha suggerito di ridefinire il ruolo di Agenzia spaziale nazionale alla luce della nuova politica spaziale dell’Unione Europea e dell’organizzazione sovra-nazionale delle grandi aziende aerospaziali.

Ha inoltre segnalato «la necessità di uniformare la contrattualistica ASI a quella dellESA, la necessità di semplificare le procedure per ridurre i tempi di avvio e di gestione di programmi spaziali di interesse strategico e la necessità di ridefinire le funzioni Consiglio Tecnico-Scientifico, per creare una connessione funzionale con la comunità di esperti nazionali.»

L’ing. Cristiano Contini, della Compagnia Generale dello Spazio (CGS) ha evidenziato, invece, che manca una sana competizione all’interno del sistema Paese e manca una chiara politica industriale per poterci presentare sul mercato mondiale.

Dal canto suo l’ing. Armando Buccheri, Senior Vice President Space LoB, Selex ES ha sottolineato che Se rimangono pochi fondi per i programmi spaziali nazionali, rischiamo una perdita di competitività anche in ESA, perché è stato grazie ai programmi nazionali che abbiamo accresciuto le nostre capacità, che ci hanno poi permesso di competere in ambito internazionale.”

Il gen. Giandomenico Taricco, dello SMD, Centro Intelligence Interforze, ha, invece, evidenziato che, da un punto di vista prettamente militare, lo spazio risulta essere un settore vitale per la funzione Sicurezza e Difesa e assume sempre maggiore importanza nella pianificazione militare e nella risposta in caso di crisi internazionali, divenendo in tal modo parte integrante e non sostituibile dell’intelligence, del processo decisionale e della condotta delle operazioni militari come è stato constatato durante le recenti crisi internazionali.

In particolare, per quanto riguarda i sensori ottici, «è critica la disponibilità di riprese nel momento opportuno su specifiche aree di interesse, il che è un requisito essenziale per le attività di ricognizione e sorveglianza». In altre parole «benché l’Italia oggi disponga di capacità satellitari con sensori ottici e radar, con in particolare una capacità tecnologica di assoluto livello nel settore radar SAR, ci sono alcune criticità operative, specialmente nel settore ottico e una carenza informativa per esigenze di intelligence nazionale che non sono soddisfatte a causa delle necessità di mediare le priorità con i paesi Partner. Nonostante questo, sia per assicurare la sostenibilità economica dei programmi in corso e futuri sia per garantire il funzionamento operativo dei sistemi già in essere, oltre alle iniziative nazionali sarà necessario intensificare le operazioni internazionali. Quindi, bisogna cooperare, ma anche pensare in anticipo alle proprie esigenze prima di “entrare in società” con altri».

Particolarmente importante per le problematiche sollevate e’ stato l’intervento del vicepresidente di Telespazio Giuseppe Viriglio, il quale si e’ soffermato, in particolare sulla differenza delle strategie tra USA e Italia: Stiamo subendo un attacco dagli Stati Uniti, che non comprano più hardware, ma servizi, attuando una politica che ci distruggerà se non corriamo ai ripari: infatti dicono: ‘a noi servono servizi per, supponiamo, cinque anni; dellinfrastruttura per fornirceli non ci interessa nulla’. Poi rivendono i servizi gratuitamente, mettendo in crisi il mercato e le industrie che si sono accollate il costo di realizzazione delle infrastrutture». In altre parole, spiega Viriglio, «chi compra il servizio si trova ad avere uninfrastruttura gratuita accollata su chi fornisce il servizio. Rivendendo poi gratuitamente il servizio, si mette in crisi chi lo fornisce e si rende la competizione impossibile. In Europa non funziona così: ad esempio, i dati di Cosmo li abbiamo, ma per diffonderli è necessario laccordo con il Ministero della Difesa, e solo dopo possono essere forniti al privato. Altro discorso – dice Viriglio – riguarda il Galileo, il cui mercato sarà intrusivo: coprirà tutti i settori, dal tempo libero al posizionamento delle flotte. Pensando ai servizi e guardando quello che è successo con I-phone e I-pad è esploso nel momento in cui sono nate le applicazioni.” “Per Galileo sarà lo stesso, ma dove siamo noi a questo riguardo? Con Telespazio conclude – è questo che cerchiamo di fare, con il centro del Fucino e gli altri sparsi in Italia e nel mondo, ma ancora non siamo a posto. Abbiamo una limitata capacità di sviluppo di servizi e applicazioni, e finiremo per prenderli là dove sono stati già sviluppati: negli Stati Uniti. Questo in Europa non si capisce: ad esempio per le ferrovie c’è lobbligo di tracciare la movimentazione dei treni con infrastrutture a terra, mentre potremmo farlo benissimo con Galileo, per via di leggi antiquate ma in essere. Se non si modificano queste leggi, non ce la faremo. Inoltre, bisogna che lEuropa chieda con determinazione il diritto di reciprocità: come gli Stati Uniti vengono a vendere in Europa noi dobbiamo poter andare a vendere negli Stati Uniti. Infine, manca una policy di indirizzo, per cui si fa in tre la stessa cosa e nessuno fa quella che manca».

TAVOLA ROTONDA: “PROSPETTIVE E PROPOSTE”

La seconda parte della giornata e’ stata caratterizzata da un’interessantissima tavola rotonda, moderata dal giornalista Dott. Giovanni Caprara, che ha visto alternarsi al microfono una serie di personaggi chiave del mondo aerospaziale italiano per tratteggiare, come richiesto dal titolo della sessione “Prospettive e proposte”.

Partecipanti:

  • 14. On. Ing. Marco Airaghi, Consigliere di Amm.ne ASI (video qui)
  • 15. Prof. Marcello Onofri, Università Roma 1, La Sapienza (video qui)
  • 16. Ing. Fabrizio Petrosino, AD Space Engineering (video qui)
  • 17. Ing. Ettore Petraroli, SMD IV Reparto (video qui)
  • 18. Ing. Angelo Vallerani, Compagnia Generale dello Spazio (video qui) 
  • 19. Ing. Elisio Giacomo Prette, AD Thales Alenia Space Italia (video qui) 
  • 20. Ing. Luigi Pasquali, AD Telespazio (video qui)
  • Ing. Pier Giuliano Lasagni, SVP Spazio, Avio (video qui)
  • 22. Ing. Armando Buccheri, SVP Space LoB, Selex-ES (video qui)

Per l’on. Marco Airaghi, consigliere del ministro della Difesa per le attività spaziali e vicepresidente ASI, «Servono 600 milioni di euro, per finanziare le attività dellAgenzia garantendone negli anni la certezza di fondi. Lagenzia, ha auspicato, deve tornare ad afferire alla Presidenza del Consiglio, come era allinizio delle attività spaziali». Questo, ha proseguito Airaghi, «non vuol dire che non ci deve essere più ricerca, ma che la politica spaziale, che comprende la ricerca, deve essere decisa dalla Presidenza del Consiglio, alla quale spetta assegnare i fondi».

L’ing. Marcello Onofri, docente di propulsione aerospaziale all’Università di Roma La Sapienza e direttore del Master in sistemi di trasporto spaziale ha aggiunto che serve anche “una politica bipartisan che non guardi al basso cabotaggio perché i programmi spaziali durano 20 anni e non possiamo legarli alle legislature, dalla vita molto più breve….. Noi in Europa siamo, con Astrium, i soli a saper gestire un vettore. Perciò dobbiamo sederci con autorevolezza nel consesso dei Paesi più avanzati e possiamo farlo perché abbiamo strumenti di alto valore strategico. Ma serve anche una strategia industriale e commerciale, e dobbiamo rispondere ai tentativi di acquisizione dei nostri asset.”

Per l’ing. Fabrizio Petrosino, AD Space Engeenering: Le PMI non sono state messe in condizione di essere responsabili neppure di un sottosistema dallinizio alla fine, cosa che le farebbe invece crescere. Gli accordi intergovernativi sono fondamentali, perché rapporti politici positivi favoriscono lindustria.

Per l’ing. Ettore Petraroli del IV Reparto dello SMD: “Siamo al di là del duale: abbiamo sviluppato un sistema condiviso. Ora dobbiamo imparare a gestire bene le necessità di tutti, o la scelta duale non potrà essere perseguita a lungo. Inoltre, occorre pensare in anticipo alle proprie esigenze prima di ‘entrare in società con altri.”

Il dott. Elisio Prette, AD Thales Alenia Space Italia si è soffermato, invece, su un elemento discriminante che sta emergendo sui mercati è la richiesta di trasferimento tecnologico da parte di chi acquista un prodotto. Si dovrà trovare il modo di trasferire tecnologie non sensibili e non abilitanti.

Secondo l’ing. Luigi Pasquali, AD Telespazio: “Sulle TLC abbiamo battuto la fiacca dopo essere partiti per primi. Europa ed Italia devono spingere sul ‘market driven’: ad esempio, abbiamo il Galileo ma non si spinge sui servizi”. E inoltre La competitività è fondamentale: ci vogliono competenze e innovazione per mantenere alto il gap, gap che si trasforma in moneta di scambio. Per questo si devono stabilire delle priorità, ad esempio oggi il Vega e i lanciatori.

Dall’ing. Pier Giuliano Lasagni, Senior Vice President di Avio, è venuta anche una critica all’Europa, sul fronte questa volta dei sistemi: «Dopo un decennio di lavoro silenzioso, durante il quale ci siamo portati avanti con Ariane 5 e con il Vega, mi chiedo quale sarà il futuro. Si deve disegnare un nuovo lanciatore e vediamo unEuropa ingessata su vecchi schemi. La sfida non è solo tecnologica, ma anche di organizzazione industriale e di ‘sistema Europa’ che deve diventare capace di muoversi in modo più veloce sul mercato. Dobbiamo – ha concluso Lasagni – far leva per muoversi con una gestione ottimale dei rischi tra industria e pubblico, che porti ad un sistema capace di autosostenersi. In Italia, in questo momento, siamo in una posizione ottimale da non sprecare. Ma dobbiamo muoverci velocemente in modo coordinato”.

CONCLUSIONI: Nazzareno Cardinali e Giovanni Caprara (video qui)

INTERVENTI DI CHIUSURA

  • Amm. D. Stefano Dotti, Capo IV Reparto dello Stato Maggiore Difesa  (video qui) (presentazione qui)
  • Dott. Mario Alì, D.G. per l’Internazionalizzazione della Ricerca, MIUR (video qui) (presentazione qui)

La faticosa ma interessantissima giornata, come si e’ potuto evincere dalle brevi citazioni sopra richiamate, si e’ poi conclusa con l’intervento del Dott. Mario Ali’, Direttore dell’internazionalizzazione della Ricerca del MIUR, in rappresentanza del ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca on. Maria Chiara Carrozza. Il dott. Alì, nel richiamare gli spunti di riflessione offerti dai partecipanti, ha illustrato la potenzialità del programma Horizon 2000 ed ha evidenziato come l’Italia, a fronte di ingenti contribuzioni all’Unione Europea riesce a riportare in patria, sotto forma di contratti di ricerca e sviluppo , solo una minima parte di tali contribuzioni. Ha pertanto esortato tutti, sia l’Industria, incluse le PMI, sia le Istituzioni a “fare sistema” per essere più competitivi e per conquistare i finanziamenti disponibili a livello europeo. “Questa deve essere la priorità numero uno“.

Gustavo Scotti di Uccio – per il CESMA